Voici les paroles de la chanson : Cavalli: La Calisto, Act 1: "Ninfa bella" (Il Satirino, Linfea) , artiste : Philippe Jaroussky, Marie-Nicole Lemieux, Франческо Кавалли Avec traduction
Texte original avec traduction
Philippe Jaroussky, Marie-Nicole Lemieux, Франческо Кавалли
Il satirino
Ninfa bella, che mormora
di marito il tuo genio?
S’il mio sembiante aggradati
in grembo, in braccio pigliami,
tutto, tutto mi t’offerò.
Linfea
Sì ruvido consorte
ch’avessi in letto mai, tolga la sorte.
Il satirino
Molle come lanugine,
e non pungenti setole
son questi peli teneri,
che da membri mi spuntano:
ne pur anco m’adombrano
il mento lane morbide,
ma su le guance candide
i ligustri mi ridono,
e sopra lor s’innestano
rose vive, e germogliano.
Questa mia bocca, gravida
di favi soavissimi,
ti porgerà dal nettare.
Linfea
Selvaggetto lascivo
ti vedo quel, che sei,
senza, che t’abbellisci, e ti descrivi,
certo di capra nato esser tu déi,
ama dunque le capre, e con lor vivi.
Il satirino
Io son, io son d’origine
quasi divina, e nobile,
ben tu villana, e rustica
nata esser déi tra gl’asini,
o da parenti simili.
So perché mi ripudia
l’ingorda tua libidine,
perché garzone semplice
mal buono agl’esercizi
di Cupido, e di Venere,
ancor crescente, e picciola
porto la coda tenera.
Linfea
Nelle mandre ad amar va’
aspetto ferino,
fanciullo caprino.
Che Narciso,
che bel viso,
vuol goder la mia beltà,
nelle mandre ad amar va’.
Le satirino
Ninfa bella, che mormora
di marito il tuo genio?
S'il mio sembiante aggradati
en grembo, en braccio pigliami,
tutto, tutto mi t'offerò.
Linféa
Sì ruvido consorte
ch'avessi in letto mai, tolga la sorte.
Le satirino
Molle viens lanugine,
e non pungenti setole
fils questi peli teneri,
che da membri mi spuntano :
ne pur anco m'adombrano
il mento lane morbide,
ma su le guance candide
je ligustri mi ridono,
e sopra lor s'innestano
rose vive, e germogliano.
Questa mia bocca, gravida
de favi soavissimi,
ti pogerà dal nettare.
Linféa
Selvaggetto lascivo
ti vedo quel, che sei,
senza, che t'abbellisci, et ti descrivi,
certo di capra nato esser tu déi,
ama dunque le capre, e con lor vivi.
Le satirino
Io fils, io fils d'origine
quasi divina, e nobile,
ben tu villana, e rustica
nata esser déi tra gl'asini,
o da parenti simili.
So perché mi ripudia
l'ingorda tua libidine,
perché garzone semplice
mal buono agl'esercizi
de Cupido, et de Venere,
ancor croissant, e picciola
porto la coda tenera.
Linféa
Nelle mandre ad amar va'
aspetto ferino,
fanciullo caprino.
Che Narciso,
che bel viso,
vuol goder la mia beltà,
nelle mandre ad amar va’.
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